{"id":8,"date":"2023-07-19T20:54:47","date_gmt":"2023-07-19T18:54:47","guid":{"rendered":"http:\/\/80.211.238.222\/wp-pinotorinese\/?page_id=8"},"modified":"2023-07-27T11:55:06","modified_gmt":"2023-07-27T09:55:06","slug":"chi-siamo","status":"publish","type":"page","link":"http:\/\/80.211.238.222\/wp-pinotorinese\/index.php\/chi-siamo\/","title":{"rendered":"Storia"},"content":{"rendered":"\n

CENNI STORICI<\/p>\n\n\n\n

Pino Torinese \u00e8 un comune situato nella regione del Piemonte, a pochi chilometri da Torino, in collina.<\/p>\n\n\n\n

Gi\u00e0 in epoca romana gli abitanti di Chieri<\/a>, che allora si chiamava Carrea Potentia<\/em>, edificarono un acquedotto per rifornire la citt\u00e0, del quale ci sono giunti pochissimi reperti.<\/p>\n\n\n\n

Grazie al ritrovamento di alcune lapidi<\/a> funebri, si \u00e8 ipotizzato che, tra il III ed il IV secolo d.C., una Gens Pollia<\/em><\/a> abbia abbandonato il territorio di Chieri<\/a> per stabilirsi a Pino, fondando quello che sarebbe stato il pi\u00f9 antico nucleo cittadino, Mons Surdus<\/em>, dal quale sarebbe poi derivato Montesordo<\/em>, poi Montesolo<\/em>.<\/p>\n\n\n\n

Il crollo dell’impero romano spinse gli abitanti della zona ad abbandonarla e nel luogo di Pino Torinese non si trovano testimonianze fino al IX secolo, quando Ottone III<\/a> impose il dominio del vescovo di Torino<\/a> su tutta la zona del Chierese. Si fa riferimento alla presenza a Montosolo di una cappella<\/a> dedicata a San Silvestro<\/a> curata dai monaci di Nonantola<\/a> (996<\/a>).<\/p>\n\n\n\n

Nel 1034<\/a> i monaci<\/a> lasciarono Montosolo cedendo la propriet\u00e0 ai conti di Biandrate<\/a>, i quali a loro volta la vendettero al monastero di Cavour<\/a>. Nel 1091<\/a> la morte della contessa<\/a> Adelaide di Susa<\/a> cre\u00f2 una situazione difficile, per cui il vescovo di Torino ne approfitt\u00f2 per proclamare il sito signoria vescovile, anche perch\u00e9 il luogo era divenuto di importanza strategica, essendo situato tra Torino e Chieri.<\/p>\n\n\n\n

Al posto della cappella di Nonantola<\/em>, ormai in rovina, venne costruita la cappella di San Giorgio al Pinallo<\/em>, sotto la protezione di Santa Maria di Chieri<\/em>.<\/p>\n\n\n\n

Il 24 agosto 1168<\/a> venne stipulato tra il Vescovo di Torino e i chieresi, gi\u00e0 da un po’ di tempo costituitisi comunit\u00e0 indipendente, un accordo che definiva il controllo ed il dominio della casaforte di Montosolo e di tutti i beni collegati (Moncairasso e Pinariano) e stabiliva la possibilit\u00e0 per i chieresi di affittare un edificio adibito a residenza consolare; inoltre si consentiva il diritto di prelazione<\/a> a favore di Chieri, in caso di vendita dell’edificio.<\/p>\n\n\n\n

Tra il 1170<\/a> ed il 1183<\/a> venne costruita un’ulteriore struttura fortificata, la Torre Rotonda<\/em>, alcune rovine della quale si possono trovare presso l’attuale Osservatorio Astronomico.<\/p>\n\n\n\n

Il 21 luglio 1193<\/a> i Chieresi entrarono in guerra con Torino, poich\u00e9 il vescovo aveva concesso ai Torinesi il possesso del castello di Montosolo; la guerra dur\u00f2 fino al 10 febbraio 1200<\/a> quando, grazie alla mediazione di Vercelli<\/a> e Asti<\/a>, venne firmato un trattato di pace nel quale si stabiliva che il castello tornava al vescovo, mentre i terreni circostanti restavano ai chieresi.<\/p>\n\n\n\n

Tommaso II di Savoia<\/a>, compresa l’importanza strategica del borgo, acquist\u00f2 il castello e, tra il 1249<\/a> e il 1250<\/a>, ampli\u00f2 la casaforte. Il castello venne comunque nuovamente ceduto due anni pi\u00f9 tardi al vescovo che, in accordo con i Chieresi, nomin\u00f2 castellano Pietro Visconti<\/a>, signore di Baldissero<\/a>.<\/p>\n\n\n\n

Pur diminuendo l’importanza del castello, attorno ad esso inizi\u00f2 ad ampliarsi il paese, prima chiamato Pinariano<\/em>, poi Pinallo<\/em>. Il toponimo<\/a> Pino<\/em> comparve solo verso la met\u00e0 del XV secolo.<\/p>\n\n\n\n

Nel 1440<\/a> sulle rovine della vecchia cappella venne costruita una piccola chiesa, Santa Maria del Pino<\/em>, affidata, dopo un lungo contenzioso, ai Padri Carmelitani di Moncalieri<\/a>, i quali nei primi anni del Cinquecento<\/a> edificarono un convento<\/a>.<\/p>\n\n\n\n

Nel 1584<\/a>, durante una visita pastorale<\/a> del Vescovo di Torino<\/a>, si posero le basi, concretatesi l’anno successivo, per definire Santa Maria del Pino<\/em> parrocchia autonoma. Tra il 1653<\/a> ed il 1660<\/a> venne costruita una nuova chiesa, dedicata alla Madonna del Carmelo<\/a> e a Sant’Andrea Corsini<\/a>, patrono<\/a> del paese, fatto santo in quel periodo.<\/p>\n\n\n\n

Si ipotizza che la chiesa sia stata edificata dal padre Andrea Costaguta<\/a>, famoso architetto, autore anche dell’Annunziata di Chieri e di altri pregevoli edifici.<\/p>\n\n\n\n

All’inizio del XVII secolo, Pino Torinese, cos\u00ec come molti comuni limitrofi, si trov\u00f2 a sostenere eventi durissimi, culminati con la peste<\/a> del 1629<\/a> e le ripetute guerre contro i francesi<\/a>.<\/p>\n\n\n\n

La successiva pace pose i presupposti per un rapido sviluppo del luogo e il 12 gennaio 1694<\/a> Vittorio Amedeo II<\/a> conferiva a Pino e a Baldissero Torinese<\/a> l’autonomia amministrativa, distaccandoli da Chieri. Pino e Mongreno vennero poi concessi in feudo<\/a> al conte Benso, che si dimostr\u00f2 cattivo amministratore. Nel 1697<\/a> il conte, coinvolto in uno scandalo a corte, fu arrestato, privato dei suoi beni e bandito dallo stato.<\/p>\n\n\n\n

Gli abitanti di Pino firmarono nel 1699<\/a> un atto con il quale sottoscrivevano (con 10 firme e 119 croci) il passaggio del paese sotto la dominazione dei Savoia.<\/p>\n\n\n\n

Nel 1718<\/a> venne costruita la prima casa comunale vicino alla localit\u00e0 Tavernette. Nello stesso anno venne effettuata una ristrutturazione della chiesa di Santa Maria. Nel 1777<\/a> Pino ricevette la visita pastorale di Monsignor Francesco Lucerna Rorengo<\/a> di Ror\u00e0<\/a>, durante la quale venne consacrata la chiesa parrocchiale e deposte delle reliquie<\/a> sull’altare maggiore di San Teodoro<\/a> e San Felice.<\/p>\n\n\n\n

I moti giacobini<\/a> coinvolsero anche Pino Torinese. Il 16 dicembre 1798<\/a> venne eretto sul piazzale della parrocchia l’Albero della Libert\u00e0. Durante la dominazione napoleonica<\/a> qui, come in molti altri comuni piemontesi, vennero confiscati i beni dei Carmelitani<\/a>.<\/p>\n\n\n\n

Con la Restaurazione<\/a> venne rinnovata l’amministrazione comunale e si inizi\u00f2 la costruzione di opere pubbliche di rilievo: nel 1823<\/a> venne terminata la nuova strada Torino-Chieri, mentre nel 1849<\/a> venne ristrutturata e ampliata la casa comunale. Nel 1856<\/a> venne demolita e ricostruita la cappella seicentesca<\/a> di Valle Ceppi<\/a>.<\/p>\n\n\n\n

Grazie alla volont\u00e0 del professor Giovanni Boccardi<\/a>, tra il 1907<\/a> ed il 1912<\/a> fu effettuato il trasferimento dell’Osservatorio Astronomico<\/a> dal tetto di Palazzo Madama<\/a> alla collina chiamata Bric<\/em>, della Torre Rotonda.<\/p>\n\n\n\n

Durante la Seconda guerra mondiale<\/a> Pino Torinese fu utilizzata come punto di difesa antiaerea; il paese venne liberato dai partigiani<\/a> il 20 aprile 1945<\/a>. <\/p>\n\n\n\n

Nel 1954<\/a> venne costruito l’acquedotto per sopperire alla penuria d’acqua che aveva fino ad allora caratterizzato la zona. (wikipedia, giugno 2023)<\/p>\n\n\n\n

Oggi Pino Torinese \u00e8 un comune residenziale.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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